di Pier Paolo Flammini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La notizia che è il Gruppo Rapullino ad aver acquisito i quasi 200 mila metri quadrati dell’Area Brancadoro sta avendo, a San Benedetto e non solo, una eco notevole. Vuoi, in partenza, per l’importanza strategica dell’Area Brancadoro, vero elemento di attrazione e di problemi per una città che da ormai quarant’anni – il tempo della costruzione dell’adiacente stadio Riviera delle Palme e del PalaSpeca – ha individuato proprio in quell’area uno spazio di verde sportivo che invece, per varie vicende, è sempre rimasto sulla carta.
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Ma vuoi anche per il nome dell’acquirente. Sideralba Spa, l’azienda madre del titolare Luigi Rapullino, ha ormai un fatturato stimabile in 500 milioni di euro, in costante crescita. La Sideralba, dalla scorsa estate, è anche sponsor principale della Sambenedettese Calcio. Luigi Rapullino è lui stesso da considerare un sambenedettese acquisito, per ragioni familiari e perché è di frequente a San Benedetto.
Originario di Napoli, suo figlio vive stabilmente a San Benedetto, è praticamente ogni domenica allo stadio – nonostante i risultati pessimi della stagione – con maglia o sciarpa della Samb. Inoltre gioca nelle formazioni giovanili della Samb. Il padre è anch’egli, quando il lavoro glielo consente, in tribuna con il figlio.
Dottor Rapullino, l’acquisizione dell’Area Brancadoro da parte del suo gruppo ovviamente sta innescando molta curiosità. Avete già un progetto per quell’area?
“Certo, abbiamo delle idee, ma adesso stiamo seguendo la fase burocratica che ci terrà impegnati forse per un paio di mesi, per completare il passaggio di proprietà.”
Quando sarà reso noto il vostro progetto?
“Non appena avremo la titolarità definitiva dell’area, presenteremo il nostro progetto sia alle istituzioni che a tutta la città. Non mi sembra corretto parlarne prima.”
Può aiutarci a capire almeno quale sia la visione di questo investimento (2.080.000 euro solo per l’acquisizione, ndr)?
“Io credo che quando lo presenteremo la città potrà prendere visione di un progetto di grande impatto per San Benedetto. È un progetto molto più ampio.”
La curiosità è ovviamente notevole. Il fatto che abbia acquistato l’Area Brancadoro presuppone anche una “vista” in merito alla Samb Calcio?
“La Samb ha una proprietà e dunque non mi sembra corretto parlare di una cosa che non ci appartiene. Noi abbiamo presentato una offerta vincente per l’Area Brancadoro, non per la società di calcio.”
Il progetto di cui parla coinvolge anche lo stadio Riviera delle Palme, in merito ad una sua gestione che può avere anche risvolti commerciali?
“No, ripeto: noi ci riferiamo soltanto all’Area Brancadoro, che era oggetto dell’asta legale, non ad altri aspetti. Io poi sono innamorato di quello stadio, è una struttura bellissima. E sono tifoso della Sambenedettese.”
In città l’Area Brancadoro ha nel tempo solleticato degli interessi edili. Al momento, da piano regolatore, è vincolata a verde sportivo. Lei può affermare che il vostro progetto non prevede la realizzazione di palazzine?
“Tutto quello che presenteremo sarà rispettoso sia della città di San Benedetto sia delle istituzioni cittadine.”