Disabile indignata scrive alla premier Meloni: “Per me, il 41 bis sarebbe un lusso”

Foto profilo Facebook Giorgia Meloni

Macerata – Da giorni infiamma la polemica sul carcere duro e sulla abolizione del 41 bis. Una disabile di Macerata si è detta “esasperata e indignata” per la situazione che si è venuta a creare e ha deciso di scrivere alla presidente del consiglio Giorgia Meloni. “Mi creda quando affermo che vivere in regime di 41 bis per un disabile sarebbe un lusso! – sostiene Cristiana Di Stefano – malata di sclerosi multipla e disabile, mi è rimasto l’uso parziale dell’arto superiore destro, la voce e il cervello che ancora funziona abbastanza bene”. Di Stefano critica “questo sollevamento politico-giornalistico-popolare a difesa di pericolosi delinquenti ergastolani, criminali pluriassassini mai pentiti, né per coscienza, né per convenienza – incalza -. Tutta questa gran folla di persone non ha mai speso una sola parola per chiedere il miglioramento del trattamento di disabili, anziani, malati, costretti a vivere in condizioni peggiori di quelle del regime del 41 bis. Nessun disabile è stato invitato a parlare nei grandi salotti televisivi – aggiunge – circa le condizioni in cui lo Stato italiano lo costringe a vivere, correggo a sopravvivere. Il disabile in tv fa perdere l’audience”. Di Stefano ricorda alla premier “la promessa di aumentare a 1.000 euro la pensione di invalidità, fatta in campagna elettorale dalla coalizione di cui fa parte. Non è possibile per un disabile sopravvivere con 300 euro di pensione di invalidità più 508 di accompagnamento, soprattutto quando vive senza supporto familiare, da solo in affitto, senza denaro per pagare l’assistenza domiciliare. Secondo lei, il regime in cui vive un disabile che percepisce solo 800 euro mensili, privo di supporto familiare e di mezzi per vivere dovendo provvedere a pagare anche tutte le utenze e tutto il necessario, dal cibo, al vestiario, alle medicine, non è peggiore di quello carcerario del 41 bis?”. “Prima di togliere dal regime del 41 bis tutti quegli assassini mai pentiti, né per coscienza, né per convenienza – conclude -, sarà bene prima togliere da istituti lager disabili e anziani” che “vengono privati della loro libertà e rinchiusi peggio dei delinquenti e lasciati abbandonati lì a morire, quando va bene usufruendo del cambio del pannolone due volte al giorno”.