In merito alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Teramo sul tema dei lavoratori precari della Ruzzo Reti, il Consiglio di Amministrazione della Società acquedottistica teramana esprime perplessità per la soddisfazione dimostrata dai sindacati in merito ad una sentenza che, ad oggi, rischia di mandare a casa oltre cento persone.
“Ricordiamo che quella dell’8 febbraio scorso è una sentenza di primo grado che quindi dovrà essere confermata da altri due gradi di giudizio, prima dei quali ci sembra prematuro esprimerci”, sottolinea il CdA della Ruzzo Reti. “Soprattutto siamo basiti del fatto che la Cgil, continuando ad insistere sulle stabilizzazioni, più che un atto di coraggio chieda a questo Consiglio di Amministrazione, un atto di illegittimità. La Ruzzo Reti, come noto anche ai sindacati, infatti, dal dicembre 2019, ha chiesto all’Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato la possibilità di bandire concorsi, richiesta che per due volte è stata negata. Ci stupiamo quindi del fatto che i sindacati, che ben conoscono la situazione, continuino a rivolgersi al Cda della Ruzzo Reti piuttosto che all’Ente regionale per il Servizio Idrico Integrato”.
“Ci preme in ultimo ricordare che questa governance, guidata dalla presidente Alessia Cognitti, nonostante la difficile situazione ereditata dal passato, ha raggiunto il pieno equilibrio economico e finanziario che gli ha permesso, dopo venti anni, di deliberare i primi due concorsi pubblici”.