Dopo aver ritrovato 4,5 quintali di esplosivi immagazzinati irregolarmente, la Prefettura di Teramo ha sospeso l’attività della fabbrica di esplosivi a Caprafico dove giovedì scorso è avvenuta la tragedia dove ha perso la vita il 63enne Dino Trignani.
Molto materiale di quello sequestrato all’interno della fabbrica, non lontano dal terreno di prova dove è avvenuta l’esplosione, era scaduto.
Una decisione presa in attesa di fare chiarezza sulle dinamiche dell’incidente che ha causato una vittima e un ferito, dimesso il giorno dopo l’incidente.
Nel frattempo si attende domani l’autopsia del 63enne. Domai il sostituto procuratore Colica affiderà l’incarico all’anatomopatologo per capire se è possibile rintracciare delle polveri non esplose e capire il composto chimico dalla quale provengono. Tutti questi elementi potrebbero far capire quali sono le polveri utilizzate da Trignani e dal collega al momento dell’esplosione. Solo dopo l’autopsia il corpo potrà essere riconsegnato per le esequie.
Nel registro degli indagati, per ora, è il scritto il titolare della fabbrica di fuochi di artificio per l’ipotesi di omicidio colposo.