Passano dalla Procura di Ancona a quella di L’Aquila gli atti dell’inchiesta sull’alluvione del 15 settembre nelle Marche, che causò ingentissimi danni nel Senigalliese e nel Pesarese oltre a 13 morti (una 56enne è ancora dispersa) nell’hinterland di Senigallia.
La procura di Ancona ha infatti trasmesso gli atti ai magistrati abruzzesi a seguito della dichiarazione di incompetenza funzionale del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ancona, pronunciata ai sensi dell’articolo 11 del codice di procedura penale, per la circostanza che magistrati del distretto della Corte di appello di Ancona rivestono la qualità di persona danneggiata dal reato di alluvione colposa.
Un passaggio puramente tecnico che, secondo indiscrezioni, non comporterà rallentamenti per l’attività di indagine.
La trasmissione degli atti ad un’altra Procura è stata comunicata dalla procuratrice capo di Ancona Monica Garulli, che coordina l’inchiesta.
“Tutta l’attività d’indagine svolta per evitare la dispersione di elementi di prova – spiega Garulli – è in sicurezza. Sono stati eseguiti gli accertamenti urgenti e sentite le persone coinvolte. Era doveroso però prendere atto della decisione del Tribunale che ha rilevato l’incompetenza funzionale, considerato tra l’altro il precedente giudiziario dell’alluvione del 2014, che determinò lo spostamento del processo al Tribunale di L’Aquila. È importante per la definizione delle indagini – conclude la procuratrice – che questo aspetto sia valutato al più presto”.