L’ombra della criminalità organizzata sul traffico dei rifiuti tra Marche, Abruzzo e Campania. Si chiama “Oro Verde” l’operazione condotta dal Nucleo operativo ecologico di Ancona e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Gli investigatori hanno accertato che da Martinsicuro veniva raccolto illecitamente l’olio esausto. Lo stesso olio rubato veniva stoccato nello stabilimento di Grottammare e trasportato in altre ditte in Campania (Afragola, Casoria e Napoli), senza la documentazione prevista. Il “business” era legato alla trasformazione prodotto rubato in biodiesel.
L’attività investigativa, partita a seguito di segnalazioni su furti di olio vegetale esausto, è culminata dopo circa due anni, nell’esecuzione di obblighi di dimora nei confronti di otto indagati di età compresa tra 29 e i 60 anni residenti in Campania e Marche. I reati ipotizzati sono: furto aggravato, attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, concorrenza illecita, in concorso tra loro e con l’aggravante del metodo mafioso.
L’attività criminale, secondo gli investigatori del Noe, era finalizzata ad agevolare il clan camorristico Moccia, attraverso l’intestazione delle società e gli ingenti profitti ottenuti dalle aziende coinvolte nel traffico. Non risulta al momento aperto un fascicolo presso la procura di Teramo.
Procede la procura di Ancona che potrebbe separare le posizioni per competenza territoriale o mantenere un unico procedimento.