Strage Lanterna Azzurra, Fedez saluta i famigliari delle vittime

Posso chiamarla con il nome d’arte Fedez? Anche Federico va bene…“. Questo è stato uno degli scambi di battute tra il rapper ed i suoi avvocati durante la testimonianza del cantante nel processo per la strage della Lanterna Azzurra.

Il noto cantautore è stato ascoltato oltre un’ora tra esame dei pubblici ministeri, difensori e legali di parte civile. Nella stanza interna, dietro l’aula di udienza, Fedez ha fatto la foto con alcune bimbe familiari di una vittima. “L’ho trovato una persona molto umana e disponibile“, ha commentato Paolo Curi, marito della 39enne Eleonora Girolomini, una delle sei vittime. Il rapper, classe 1989, rispondendo al pm Gubinelli, ha ripercorso in parte la sua carriera artistica iniziata ormai da quasi 15 anni: “Avevo 18 anni”. Prima le ospitate, i dj-set, poi, con la fama, i concerti in palazzetti e stadi.
I DJ SET
“I dj-set – ha spiegato – si fanno quando un artista non ha repertorio per sorreggere un live, non riesce a riempire locali più grandi o come spettacoli ‘satellite’ dei concerti per fare ‘cassetto'”. Sono “live show senza band che suona senza musica dal vivo; un dj mette la base, e il cantante ci canta sopra”. Una performance live, ha precisato, “prevede uno staff tecnico che nei dj-set non c’è e l’assetto tecnico sul palco rispetto è molto più scarno“. La pubblicizzazione dei dj-set è “più perimetrata e locale, nella zona e dintorni. Dovrebbero essere pubblicizzate come dj-set: è nostro interesse farlo per non dare aspettative diverse. Più esibizioni in una sera: ho visto doppie e anche triple con la condizione della distanza dei locali per non cannibalizzare una data o l’altra“.
LA SICUREZZA
Sulla sicurezza dei locali in cui esibirsi, ha ricordato, l’attenzione sua e dello staff è andata crescendo negli anni: nelle ore precedenti ogni esibizione qualcuno dello staff compie sopralluoghi, non tecnici, ma per controllare i percorsi, le transenne, la distanza con il pubblico per “security ma anche safety”. Per il “team”, ha precisato, “è ininfluente se l’evento sia parte di un calendario o sia evento spot”; “certo di solito il manager si informa su quanti biglietti sono stati venduti per uno spettacolo”.
Il ragionamento di Fedez è: “Abbiamo un locale con certo tipo di capacità, un artista che viene venduto a un certo prezzo: se vendo un dj set a 20 o 30mila euro in locale che può contenere 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il proprietario del locale per organizzarla deve strariempire il locale”. “A me – ha detto Fedez – è capitato di ricevere 60-70-80 mila euro, anche in locali più piccoli della Lanterna, ma il prezziario in un locale che ha un certo tipo di clientela riesce comunque andare a break even”. ovvero in pareggio.
LA SERATA ALLA LANTERNA AZZURRA
“Non ho ricordi particolari della serata. – ha detto Fedez sull’esibizione molto precedente alla tragedia – Se non ho ricordo specifico, posso asserire che fu una data tranquilla. Ho avuto esperienze di date gestite male, e la Lanterna non rientra in questo tipo di ricordi”. “Nella mia vita artistica – ha ricordato – non mi è mai capitato di situazioni con spruzzi di spray al peperoncino. In un periodo, quando ero in tour con J-Ax, 4-5 anni fa, è esplosa questa malsana usanza ma coinvolgeva artisti trap, e io non rientro nella categoria”. “Per questa ‘moda’, in senso di disvalore – ha aggiunto – c’era comunque molta tensione e portava a cercare negli zaini bombolette spray agli ingressi degli spettacoli”.