“Immaginare che il Pnrr possa essere utilizzato in modo non collegato alla politica di coesione è sbagliato; serve strategia comune e per questo abbiamo messo in campo un’azione di verifica per avere una fotografia precisa su come sono stati spesi i soldi dal 2014 al 2020”. Lo ha detto il ministro per gli affari europei Raffaelle Fitto, durante una ‘lezione’ tenuta ad Ascoli Piceno per l’associazione “Crea, Credi, Cambia”. “L’Italia ha altre risorse oltre il Pnrr con cui cofinanziare gli ambiti – ha spiegato -. Serve però un sistema che cambi la governance. In questi quattro mesi è stato varato un decreto legge in fase conversione al Senato che affronta la questione, riorganizzando una struttura efficace, così come prevede una serie importante di semplificazioni e regola il rapporto con la coesione”. E sempre per la politica di coesione, “dobbiamo porci il problema del tempo, ma anche di come spendiamo i soldi che investiamo. In tanti casi i soldi in passato non hanno reso; lo dicono l’ottavo rapporto sulla coesione della Commissione Europea e anche i riferimenti della Corte dei Conti e della Ragioneria dello Stato, dai quali emerge una percentuale di spesa molto bassa. Se c’è un elemento preoccupante – ha sottolineato – è stata la parcellizzazione della spesa, polverizzata in tanti rivoli di interventi che hanno spesso sostituito la spesa corrente, senza garantire un cambio di marcia ai territori dove sono stati indirizzati”.