Strage di Corinaldo, testimoniano i parenti delle vittime: “Prima c’era la vita, ora sopravviviamo”

Paolo Curi

Processo bis della strage alla Lanterna Azzurra: nuova udienza. Questa mattina al quinto piano del tribunale di Ancona sono stati ascoltati diversi testi tra le parti civili, 14 in tutto. Tra questi anche Paolo Curi, il marito di una delle vittime della discoteca di Corinaldo, Eleonora Girolimini.

Una testimonianza toccante quella fornita davanti ai giudici, ripercorrendo quelle terribili ore dell’8 dicembre 2018: “Prima di Corinaldo – ha detto in aula Curi – c’era la vita, dopo c’è solo da sopravvivere”. Il 48enne papà di 4 bambini ha parlato delle difficoltà di portare avanti la famiglia dopo la morte di sua moglie: “Vivevamo in una bella casa in campagna e ci siamo dovuti trasferire in un piccolo appartamento in centro. Ho dovuto cambiare lavoro e anche le nostre possibilità si sono molto ridotte. Per non parlare delle conseguenze psicologiche dei bambini per la morte della madre”. Parole toccanti quelle riportate dall’uomo che ha ripercorso anche quella maledetta serata dell’8 dicembre 2018.

L’illusione – per lui – di accompagnare la loro figlia Gemma a vedere il concerto di Sfera Ebbasta e non un deejay set, l’arrivo alle 22 puntuali per trovare il piazzale deserto e poi la calca all’interno del locale, lo spray al peperoncino, la sensazione di soffocamento. L’impulso di uscire all’esterno per respirare e il senso di smarrimento dopo aver perso di vista moglie e figlia. “Ho visto i corpi aggrovigliati perfino sopra le piante – prosegue in aula – tiravo via le persone e poi ho visto Gemma che gridava. Non capivo più nulla in quel momento”.

Quella sera, oltre a Eleonora Girolimini di 39 anni persero la vita anche i giovanissimi Asia Nasoni, Emma Fabini, Mattia Orlandi, Benedetta Vitali e Daniele Pongetti. La prossima udienza è fissata per il 21 aprile.