L’AQUILA – Avrebbe lasciato un biglietto il 70enne urologo e professore universitario in pensione Carlo Vicentini, morto suicida dopo aver fatto una strage familiare scoperta nel pomeriggio nella sua villetta alla periferia dell’Aquila, nella frazione aquilana di Tempera, dove sono stati trovati i corpi senza vita della moglie, della figlia, e del figlio disabile che era attaccato ad un respiratore e in gravissime condizioni. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, il contenuto sarebbe composto da pensieri farneticanti.
Questo lascerebbe intendere che il medico, dopo il pensionamento, depresso e introverso secondo molti per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage. Ma le indagini della polizia coordinate dal pm Guido Cocco, proseguono per stabilire moventi e dinamiche.
A tale proposito, stando ad una prima ricostruzione, il noto urologo avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano al letto, utilizzando la sua pistola regolarmente denunciata: il figlio disabile è stato ritrovato sotto le coperte, la figlia, che evidentemente ha tentato di nascondersi, è stata ritrovata sotto al letto e la moglie, invece, nel corridoio nel disperato tentativo di mettersi in salvo.
Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.
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