Un super pool di consulenti per stilare la perizia psichiatrica per Michael Alessandrini. Il collegio peritale, formato da sette consulenti, è stato nominato nel corso dell’incidente probatorio, avanzato dalla Procura di Pesaro e finalizzato ad effettuare la perizia psichiatrica sul 30enne pesarese, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, avvenuto nella sua abitazione di via Gavelli, nel centro storico di Pesaro, la sera del 20 febbraio. Il 27enne è stato ucciso con 15 coltellate. Alessandrini, in carcere a Villa Fastiggi dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania, era presente in aula, durante l’incidente probatorio, così come il padre, la madre e il fratello di Panzieri. Gli sguardi tra Michael e i familiari di Pierpaolo non si sono mai incrociati, in un clima molto teso. Il Gip ha nominato come consulenti Pietro Pietrini, ordinario di Psichiatria, Stefano Zago specialista in neuroscienze. I consulenti del pm sono Renato Ariati e Marco Samory. Quelli della parte offesa sono Marziano Cerisoli e Monia Vagni mentre la difesa dell’indagato ha scelto Anna Maria Casale. La perizia inizierà il 27 aprile, e dovrà essere chiusa entro il 30 giugno. Nuovo appuntamento in aula il 14 luglio davanti al Gip per l’esito.
Se la perizia farà emergere l’incapacità di intendere e di volere di Alessandrini, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems, le residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Qualora invece venisse dichiarata una parziale infermità si andrà a processo con tutte le attenuanti del caso. Dall’unico interrogatorio al quale finora è stato sottoposto Alessandrini in Italia, davanti al gip del tribunale di Pesaro, è emerso che nel suo mirino c’erano altre due persone. Persone che secondo il 30enne pesarese sarebbero state meritevoli di morire. La voce divina che parlava ad Alessandrini, stando alle sue dichiarazioni, li vedeva come peccatori e gli chiedeva di eliminare per il bene dell’umanità. Non ci è riuscito, perchè poi dopo l’omicidio di Panzieri, Michael è scappato in Romania, in una fuga durata 30 ore, prima di essere bloccato dalle autorità romene e portato a Timisoara, dove è stato rinchiuso in cella fino all’estradizione in Italia. Secondo quanto riferito da Michael al giudice, Pierpaolo e un altro gruppo di ragazzi avrebbero tenuto un atteggiamento verso una ragazza di nome Julia, inaccettabile per Alessandrini, il quale la riteneva indifesa e fragile. E avrebbe agito come “giustiziere”, aspetto già emerso nell’interrogatorio reso a Timisoara. Una sorta di delirio mistico che ha armato la mano di Alessandrini.