PESARO – Erba alta ai lati del bene demaniale, qualche cartone e altri oggetti abbandonati qua e là. Così si è presentato durante il ponte pasquale agli occhi di visitatori de turisti il fossato che circonda Rocca Costanza, uno dei principali luoghi culturali di Pesaro. C’è un piano di recupero della struttura che parte da un accordo firmato più di un anno tra Ministero della Cultura e Comune di Pesaro che prevede la ristrutturazione degli spazi che ospiteranno il Museo Dario Fo e Franca Rame con uno stanzimento statale di oltre 2 milioni di euro. Ma al momento all’ingresso della Rocca, oltre ad un precedente cartellone dei lavori, non si vedono nuove attività. E il fossato necessita di attività di cura e manutenzione. “La città della cultura – dice Serena Boresta, Consigliere del Quartiere Centro Storico Pesaro – non potrà mai essere tale se chi attualmente la governa non è in grado di valorizzare le testimonianze storiche che la rappresentano e si limita a dedicarsi a vuoti annunci creati ad hoc al solo fine di apparire. Uno dei più importanti biglietti da visita della nostra città è proprio la magnifica Rocca Costanza, elevata a simbolo storico di Pesaro. Ora, vederla in stato di completo abbandono ed incuria fa male. La causa è una sola: il pressappochismo e la miopia di questa amministrazione cittadina. È questa l’avvilente immagine che i turisti assoceranno alla nostra città? Ci domandiamo perché far fare una così “magra” figura alla città e ai pesaresi? Basta fare qualche centinaio di metri dal palazzo comunale per prendere atto del desolante stato di trascuratezza in cui versa questa storica rocca, nella città che dovrebbe essere la Capitale della Cultura 2024. Non sono sufficienti annunci e loghi per fare di Pesaro un vanto culturale, occorre custodire con la doverosa cura ed avvedutezza i preziosi beni storici che la contraddistinguono. Altro davvero non occorre, vista la peculiare bellezza della nostra città Forse è chiedere troppo? Una giunta comunale che ormai si rappresenta come un complemento di arredo dei palazzi del potere, priva di una visione e di una programmazione, che non riesce neppure a presentare ai turisti e ai suoi cittadini una città in ordine, è segno non solo di incuranza ma anche di grave disinteresse”.