Pesaro – Omicidio di via Gavelli, Alessandrini trasferito nel carcere di Ascoli

PESARO – Michael Alessandrini, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, è stato trasferito nei giorni scorsi nel carcere di Ascoli Piceno. Il 30enne pesarese era rinchiuso nella casa circondariale di Villa Fastiggi dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania. L’avvocato Salvatore Asole, legale di Alessandrini, fa sapere che continua a vedere il ragazzo in carcere ogni 2-3 giorni, il quale continua a mantenere un atteggiamento tranquillo. Il suo trasferimento sarebbe avvenuto principalmente per motivi curativi, in quanto il carcere di Marino del Tronto è dotato di un reparto di salute mentale. Intanto, inizierà il 27 aprile la perizia psichiatrica sul 30enne che verrà effettuata dal super pool di consulenti nominato durante l’incidente probatorio presso il tribunale di Pesaro. Il collegio peritale, formato da sette consulenti, dovrà concludere l’esame entro il 30 giugno. Nuovo appuntamento in aula il 14 luglio davanti al Gip per l’esito. Se la perizia farà emergere l’incapacità di intendere e di volere di Alessandrini, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems. Qualora invece venisse dichiarata una parziale infermità si andrà a processo con tutte le attenuanti del caso. Dall’unico interrogatorio al quale finora è stato sottoposto Alessandrini in Italia, davanti al gip del tribunale di Pesaro, è emerso che nel suo mirino c’erano altre due persone. Persone che secondo il 30enne pesarese sarebbero state meritevoli di morire. La voce divina che parlava ad Alessandrini, stando alle sue dichiarazioni, li vedeva come peccatori e gli chiedeva di eliminare per il bene dell’umanità. Non ci è riuscito, perchè poi dopo l’omicidio di Panzieri, ucciso con 15 coltellate nella sua abitazione di via Gavelli, nel centro storico di Pesaro, la sera del 20 febbraio, Michael è scappato in Romania, in una fuga durata 30 ore, prima di essere bloccato dalle autorità romene e portato a Timisoara, dove è stato rinchiuso in cella fino all’estradizione in Italia. Secondo quanto riferito da Michael al giudice, Pierpaolo e un altro gruppo di ragazzi avrebbero tenuto un atteggiamento verso una ragazza di nome Julia, inaccettabile per Alessandrini, il quale la riteneva indifesa e fragile. E avrebbe agito come “giustiziere”, aspetto già emerso nell’interrogatorio reso a Timisoara. Una sorta di delirio mistico che ha armato la mano di Alessandrini.