Queste immagini di isolotti di ghiaia e sabbia all’ingresso del porto di Senigallia rappresentano l’ennesima preoccupazione dei rappresentanti del Comitato alluvionati, pronti a denunciare una situazione che rischia di determinare nuovi pericoli in caso di piogge abbondanti.
FEDERICA SOLAZZI comitato alluvionati:
“Le autorità si debbono muovere a pulire l’alveo del fiume. Non smetteremo mai di dirlo. Siamo stanchi e c’è il rischio esondazione, perché la pioggia prima o poi verrà giù in maniera corposa. Fino ad ora non ne ha fatta tanta, ma accadrà. I tappi rimangono e non ci vogliono ingegneri fluviali o chissà quali competenze per comprendere una cosa semplice e lineare: vanni puliti gli alvei dei fiumi”.
In questo punto esatto, anni fa i ragazzi venivano a fare i tuffi perchè l’alveo del fiume aveva una profondità di almeno 5 metri. Ora imperversano queste montagne di depositi, formatisi perché da tempo non viene più dragato il tratto cittadino.
GIOVANNA DIAMANTINI comitato alluvionati:
“Mi rattrista perché vedo che non c’è partecipazione da parte della cittadinanza in maniera massima. Penso che dovrebbe essere invece la prima cosa da fare, da alluvionati e da non alluvionati, perché questo è per il bene della città. E la città in questa maniera rischia di vivere un ulteriore trauma che potrebbe fare molto più male di quanto ha già fatto”.
Il grande timore è che – oltre a quello enorme che abbiamo documentato con le immagini al centro dell’alveo del Misa a Borgo Bicchia – possano crearsi altri pericolosi tappi anche qui.
GIANLUCA FRATONI comitato alluvionati:
“Al porto è stato fatto un grossissimo errore sulla progettazione, in quando il mare più brutto che abbiamo a Senigallia è quello da Levante che spinge tutta questa roba che vediamo qui. Inoltre nel 1992/93 il molo di Levante era più lungo di quello di Ponente, mentre ora accade il contrario. Quando il mare da Levante spinge sulla parte sinistra, accumula tutto questo residuo di ghiaia, sabbia, ecc.”
Secondo il comitato alluvionati non c’è tempo da perdere, anche perché in qualsiasi stagione (l’alluvione del 2014 avvenne il 3 maggio) la pioggia potrebbe provocare rischi enormi.
GIANLUCA FRATONI comitato alluvionati:
“Qui manca anche una diga foranea, che hanno tutti i porti, e che è una protezione. Tanto più che qui abbiamo il fiume in uscita, perché la diga foranea serve per salvaguardare le imbarcazioni, i pescherecci, i natanti e le navi che escono da un porto”.