«1948-2023, 75 anni di Costituzione. Una costituzione fondata sul lavoro». Con questo messaggio Cgil, Cisl e Uil intendono ripartire dai principi fondamentali sanciti dalla Carta costituzionale per celebrare la Festa dei Lavoratori, a partire proprio dal lavoro ma anche dal diritto alla salute, all’istruzione e a una retribuzione equa.
Il Primo Maggio è dunque l’occasione per fare una istantanea sulla situazione del mondo del lavoro nel Piceno. A fornire i dati è la Cgil di Ascoli che pone l’accento sulle difficoltà di un territorio che ancora fatica ad uscire dalla crisi e che è costretto a fare i conti con un problema salariale, con retribuzioni tra le più basse d’Italia. Come se ciò non bastasse la provincia di Ascoli sta vivendo una situazione drammatica dal punto di vista della precarietà. Basti pensare che a fronte di 34.519 nuove assunzioni nel 2022, solo 3385 sono state a tempo indeterminato (ovvero il 9,8% del totale), con un decremento del 5,7% rispetto all’anno precedente. Le assunzioni a termine sono state invece 12.828 (37,2% del totale), in crescita del 8,4% rispetto al 2021; 4854 le assunzioni in somministrazione, in crescita del 13,4%; 6633 le assunzioni intermittenti del 2022 con un + 25,7% rispetto al 2021. «Il lavoro è oggetto anche di tutto un progetto di mobilitazione che abbiamo messo in piedi a partire dalla Regione Marche con il documento Marche 2025 – dice Barbara Nicola, segretaria provinciale Cgil di Ascoli Piceno – che ripercorre tutte le problematiche del nostro territorio e ripercorre tutta una serie di interventi che come Cgil riteniamo necessari per uno sviluppo di qualità e per il rilancio del Piceno. E che si collega anche con la manifestazione interregionale unitaria di Cgil, Cisl che si terrà il prossimo 6 maggio a Bologna contro le politiche del governo che non garantiscono quelli che per noi sono elementi fondamentali: un fisco più equo per garantire le politiche sociali e la tutela dei salari”.
Nonostante le difficoltà, il territorio piceno ha tutte le potenzialità per uscire dalla crisi. «Noi pensiamo che questa provincia abbia tutte le potenzialità per risollevarsi – evidenzia la segretaria provinciale della Cgil – anche alla luce delle ingenti risorse dei fondi europei e del Pnrr. Sicuramente, c’è la necessità di fare rete tra tutti i soggetti e di una programmazione specifica sul territorio per capire quale traiettoria di sviluppo dare».