Le associazioni come l’Oipa si oppongono alla realizzazione di un laboratorio di biosicurezza di livello 3 (Bsl3) a Pesaro da parte dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche. Secondo le associazioni, il laboratorio prevede sperimentazioni e manipolazioni in vivo e in vitro di agenti virali pericolosi per la salute animale e umana in condizioni di massima sicurezza e di contenimento biologico. Inoltre, è prevista la realizzazione di stalle contumaciali per la stabulazione di grandi e piccoli animali in grado di garantire misure di bio-contenimento e bio-sicurezza nei confronti di agenti infettivi.
Le associazioni sono contrarie alla sperimentazione animale e sostengono la necessità di una ricerca innovativa che non comporti il sacrificio di animali. Tuttavia, l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche sostiene che la sperimentazione animale è ancora necessaria per lo sviluppo di nuovi vaccini e terapie per la salute umana e animale, e che il laboratorio sarà dotato delle migliori tecnologie per garantire il massimo rispetto del benessere animale e della sicurezza dei ricercatori.
La questione è oggetto di dibattito e opposizione da parte delle associazioni animaliste e ambientaliste, mentre l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche sostiene l’importanza della ricerca scientifica e del progresso tecnologico per la salute e il benessere degli animali e dell’umanità.
Le associazioni animaliste e ambientaliste del territorio Enpa, Eze, Lav, Lupus in Fabula e Oipa si sono mobilitate per contrastare l’apertura del laboratorio, “unendosi alle proteste dei cittadini e di alcuni esponenti delle istituzioni locali”. Contro la realizzazione della struttura si è tenuta una manifestazione il primo maggio “con la partecipazione di migliaia di persone arrivate a Pesaro da tutta Italia per esprimere dissenso e grande preoccupazione nei riguardi di un progetto le cui finalità non sono state ancora del tutto chiarite”. Le associazioni ribadiscono “la propria contrarierà a qualsiasi attività che preveda il coinvolgimento e la sofferenza di animali a fini di sperimentazione o che possa causare danni all’ambiente o all’uomo”. Allo stesso tempo “esprimono il proprio supporto al progresso della ricerca scientifica e chiedono che un centro come l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche possa, e debba, utilizzare le proprie competenze per creare un polo di riferimento per i modelli sostitutivi e per gestire situazioni di emergenza sanitaria (come per esempio la brucellosi canina)”. Infine l’associazione chiede un incontro “quanto prima” con le istituzioni comunali “per fare chiarezza”.