Morire travolti da un treno in corsa mentre si cerca di recuperare un oggetto caduto sui binari. Sembra l’inizio di un terribile incubo e invece è il finale tragico di una giovane vita spazzata via, un giorno di maggio. E’ morta così la povera Salima El Montassir, 20 anni, travolta e uccisa da un convoglio merci alla stazione di Civitanova Marche, mercoledì scorso. Quando alle 5 del mattino, poco prima dell’incidente, un residente svegliato dagli schiamazzi, l’ha ripresa mentre scavalcava la recinzione, non immaginava che sarebbe stato testimone degli ultimi istanti di vita della giovane. Salima, non era sola. Con lei c’era il ragazzo con cui aveva trascorso una serata in allegria. I due si erano avviati insieme verso la stazione. L’euforia dei 20 anni, forse per un amore da poco nato. La coppia scherzava a voce alta, tanto da disturbare il sonno di un uomo che vive nelle vicinanze e che infatti si era avvicinato alla finestra per riprendere quella che credeva fosse l’ennesima bravata di un gruppo di ragazzini. Invece, nelle immagini riprese dal suo cellulare, è racchiusa la dinamica di un incidente mortale. La coppia viene vista fare su e giù nella zona del sottopasso quando, improvvisamente , la ventenne lascia la borsa al suo accompagnatore e, racconterà poi il giovane agli inquirenti, va a prendere una cosa che ha dimenticato. Lui la aspetta al distributore di sigarette. Nei pochi, concitati, minuti che seguono si consumerà la tragedia. Anziché passare per il sottopasso di via Buozzi, Salima scavalca la recinzione che separa i binari dalla strada. Proprio in quel momento, un treno merci, partito da Bari e diretto a Milano, sta percorrendo lo stesso tragitto. L’impatto non le lascia scampo, la ventenne muore sul colpo. Gli ultimi a vederla sono i macchinisti che raccontano di aver visto la ragazza attraversare correndo. La Procura conferma: nessun dubbio, si è trattato di un tragico incidente. Per questo il pubblico ministero Enrico Barbieri non ha ritenuto necessaria l’autopsia concedendo il nulla osta per la restituzione della salma ai genitori, che vivono in provincia di Trento. Nessun indagato ma l’apertura di un fascicolo come atto dovuto. Nei prossimi giorni Salima farà ritorno a casa. Questa volta, purtroppo, per sempre.