Morto in spiaggia, il 42enne sambenedettese era un chirurgo

Era un noto chirurgo maxillo facciale al San Raffaele di Milano Paolo Capparè, il 42enne morto sulla spiaggia a sud del torrente Albula nel tardo pomeriggio di questa domenica, 18 giugno. Stava nuotando con suo figlio quando, poco dopo le 17, il giovane papà avrebbe accusato un improvviso malore, per poi finire con la testa sott’acqua. Il primo a lanciare l’allarme per chiedere aiuto è stato proprio il bambino che faceva il bagno con suo padre, non distante dalla scogliera di fronte alla concessione numero 1 del lungomare di San Benedetto. Quella Riviera delle Palme dove Capparè era nato e dov’era tornato per qualche giorno con la famiglia, con cui risiedeva a Melegnano.

Dal 1 gennaio 2020 era aiuto primario del Dipartimento di Odontoiatria, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Una famiglia distrutta dal dolore per la tragedia avvenuta, in una manciata di minuti, davanti ai loro occhi e a quelli di tanti bagnanti che avevano scelto il mare di San Benedetto per trascorrere una delle prime domeniche di sole. Momenti a dir poco concitati e di profonda apprensione con l’intervento del bagnino prima e del 118 poi. Vano si è rivelato il tentativo di rianimare il collega da parte dei sanitari dell’ambulanza, che inizialmente avevano allertato anche l’elisoccorso. Icaro però non è mai atterrato in spiaggia perché il cuore del 42enne aveva già smesso di battere. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di San Benedetto dove si trova a disposizione della magistratura ascolana che potrebbe disporre l’autopsia. Restano infatti da chiarire le cause del decesso, che sarebbe avvenuto per arresto cardiaco e non per annegamento. Le indagini sono in mano alla Guardia Costiera. Sul posto anche carabinieri e polizia locale.