Non si fermano le polemiche dopo il terremoto giudiziario che ha coinvolto il settore Lavori Pubblici del Comune di Pescara e che ha portato all’arresto, tra gli altri, del dirigente Fabrizio Trisi implicato in un giro di presunte tangenti e uso di droga. Uno scandalo che ha fatto scattare la reazione immediata dell’Amministrazione. In primis del sindaco Carlo Masci che introdurre un codice etico e test antidroga (su base volontaria) per chi lavora in Comune, dai dipendenti a consiglieri ed assessori.
Una scelta, spiega il primo cittadino, imposta dalla necessità di alzare il livello di attenzione e di salvaguardia dell’Ente pubblico. Non è tardata ad arrivare la replica dell’opposizione: “Un annuncio senza pudore, senza ritegno e senza vergogna”, ribattono i consiglieri comunali del Pd per i quali Masci “pur di difendere la posizione dei suoi fedelissimi, infanga centinaia di madri e padri di famiglia che lavorano al Comune, annunciando di volerli sottoporre al test antidroga. Una vergogna senza precedenti, il sindaco chieda scusa immediatamente e si dimetta subito”.