Macerata – Percorsi di ascolto e trattamento per l’uomo autore di violenza

“L’11 novembre dello scorso anno veniva tagliato il nastro del centro per uomini autori di violenza (CUAV) a Macerata: ad oggi la rete ha preso in carico 98 uomini”. Lo ha ricordato il vicepresidente e assessore ai Servizi Sociali Filippo Saltamartini.

A 7 mesi dall’inaugurazione è stato organizzato l’evento dal titolo “percorsi di ascolto e trattamento per l’uomo autore di violenza- una sfida da cogliere per costruire cambiamento“, presso l’auditorium di Banca Marche a Macerata, a conclusione del corso di formazione rivolto agli operatori della rete e al personale dei servizi.

L’ATS 15 di Macerata è stata individuata dalla Regione come capofila. Il percorso si è concretizzato in tre attività principali: attivazione del CUAV in Via Roma a Macerata e di quattro sportelli dislocati uno per provincia, un percorso di formazione di livello regionale rivolto agli operatori pubblici e privati della rete antiviolenza e al personale e la messa a disposizione di alloggi per l’allontanamento d’urgenza dell’uomo maltrattante dalla casa familiare.

È stata scelta la modalità della co-progettazione, con il coinvolgimento delle maggiori realtà regionali del terzo settore che si occupano di violenza di genere. Hanno partecipato anche soggetti pubblici strategici: Questure, Procure, Ambiti Territoriali Sociali provinciali, Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Marche-Emilia Romagna, Prefetture, Carabinieri di Ancona, Ordine degli Avvocati di Macerata e Ancona, Ordine Psicologi, Garante dei diritti dei detenuti, l’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Macerata e di Ancona. Complessivamente sono stati investiti 427 mila euro di cui 105 di risorse regionali.

“Contestualmente anche nelle Marche è stato avviato il Protocollo Zeus, che permette un collegamento tra la Questura e il CUAV, nei casi delle procedure di ammonimento – conclude Saltamartini – ossia l’avvertimento rivolto dal Questore alla persona di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza, che consente anche il ritiro di armi”.