Inchiesta Fondi Marche: tutti gli imputati assolti dalle accuse

ANCONA – Sorrisi, abbracci e qualche lacrima dopo la sentenza ad Ancona che ha in sostanza spazzato via, almeno nel primo grado di giudizio, l’accusa di peculato per presunte spese facili relative a fondi assegnati ai Gruppi del Consiglio regionale. Le contestazioni risalivano al periodo compreso tra il 2008 e il 2012, per un procedimento che va avanti da un decennio e ha segnato la vita di molte persone e carriere politiche.

Tra i 38 imputati, dunque, nessuna condanna pronunciata dal collegio penale del tribunale, presieduto da Edi Ragaglia, che depositerà la motivazione della sentenza entro 90 giorni.

Il verdetto ovviamente, è soggetto a ricorso in appello da parte della Procura, rappresentata in questo procedimento dal pm Ruggiero Dicuonzo. Si tratta di un processo partito con una raffica di proscioglimenti nel 2016, da parte della gup Francesca Zagoreo che aveva ritenuto le spese contestate attinenti in sostanza all’attività dei Gruppi.

La sentenza era stata demolita due anni dopo dalla Cassazione che aveva rimandato il procedimento al gup per un rinvio a giudizio e la conclusione oggi con l’esito di partenza: tutti assolti, qualche addebito prescritto e altre piccole imputazioni cadute perché già oggetto di processi. Un sospiro di sollievo hanno potuto tirare esponenti istituzionali in carica sui quali gravavano le eventuali conseguenze della Legge Severino.

Presente alla lettura del verdetto, tra gli altri, il sindaco di Loreto Pieroni, ex assessore regionale, che non ha nascosto la propria soddisfazione per l’esito del processo di primo grado. Tra gli imputati assolti anche il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli.

L’avvocatessa Marina Magistrelli, una dei difensori, al termine dell’udienza, ha ripercorso il lungo iter giudiziario, sottolineando come “gup e giudici avessero assolto mentre la procura è andata avanti con l’impugnazione”; una vicenda che ha “generato molta sofferenza nelle persone coinvolte: se una persona è innocente vede tutto questo come un’ingiustizia. Oltre all’ingiustizia personale, anche dal punto di vista sociale bisognerebbe vedere cosa ha comportato perché, centrodestra e centrosinistra, in qualche modo ha cambiato una classe dirigente in tutta la Regione, un fatto socialmente rilevante”.