La carica dei 2000: “Salviamo la sanità marchigiana”

Nonostante il caldo torrido, la partecipazione alla manifestazione regionale “Salviamo la sanità marchigiana” ad Ancona è stata numerosa, dimostrando l’importanza e l’urgenza di affrontare le criticità del sistema sanitario delle Marche. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato l’evento per mettere in evidenza le problematiche che affliggono il sistema sanitario marchigiano. Tra queste vi sono le lunghe liste d’attesa, il caos nei pronto soccorso, la carenza di personale medico, infermieristico e degli Operatori Socio-Sanitari (Oss), le cure domiciliari inadeguate e i servizi di Emergenza-Urgenza sottodimensionati.

Quasi 2.000 persone, secondo stime della Questura di Ancona (circa 1.800), hanno sfidato il caldo e si sono radunate in piazza Cavour con striscioni, volantini e ombrelli per ripararsi dal sole, chiedendo un deciso cambio di rotta alla Regione. Il serpentone di manifestanti, arrivati da tutte le Marche in pullman, ha percorso il viale delle Vittorie, passando davanti al Palazzo del Comune di Ancona, per poi raggiungere piazza IV Novembre.

Tra i partecipanti c’erano anche il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, e una delegazione del Partito Democratico. A guidare il corteo c’erano i tre segretari Giuseppe Santarelli (Cgil Marche), Sauro Rossi (Cisl Marche) e Claudia Mazzucchelli (Uil Marche). Ai piedi del Monumento ai Caduti, al Passetto, si sono alternati gli interventi dei sindacati, dei lavoratori e dei pensionati, intervallati dalla performance teatrale dell’attrice Giulia Poeta, accompagnata dalla fisarmonica di Giacomo Rotatori, che ha suonato “Libertango” di Piazzolla.

Tra le richieste che i sindacati rivolgono alla Regione vi sono la riduzione della mobilità passiva e delle liste d’attesa, la riorganizzazione della rete ospedaliera, il potenziamento dei distretti sanitari, gli investimenti nelle strutture residenziali, il finanziamento del fondo di solidarietà per anziani, disabili e persone con disturbi mentali, l’impulso alla medicina territoriale e la stabilizzazione dei lavoratori precari. Queste sono questioni che erano già state sollevate ma che, a tre anni dall’insediamento, non hanno ancora trovato soluzione.

Inoltre, si esprime preoccupazione per il piano socio-sanitario regionale, che è in fase di approvazione e viene considerato insoddisfacente in quanto non dettaglia obiettivi, azioni e tempi di realizzazione. La riforma dell’agosto 2022, che ha eliminato l’Asur Marche e istituito le Ast provinciali, procede lentamente secondo i sindacati. Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Regione un confronto urgente per affrontare queste problematiche e garantire un sistema sanitario efficiente e di qualità per tutti i cittadini delle Marche.