Pesaro – Dietrofront di Marche Multiservizi sulla discarica di Riceci. La protesta degli attivisti

E’ durato quattro il cda di Marche Multiservizi sulla discarica di Riceci. E al termine della riunione, nelle stesse ore in cui fuori dai cancelli montava la protesta degli attivisti, è stato deciso il dietrofront sul maxi-impianto previsto nella valletta in vista di Urbino, dove interrare 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. La discarica non si farà più nel territorio di Riceci, nel Comune di Petriano. Marche Multiservizi ora chiede a tutti i comuni soci di mettere a disposizione un’area per realizzare una discarica al posto di quella di Riceci. Prima di questo esito, il sit in con un centinaio di manifestanti. “Siamo qua per bloccare il progetto di discarica a Riceci, e ci batteremo fino a quando ciò non avverrà – dice Silvia Mari, dell’Associazione Diversamente – ma ci teniamo a ribadire che qualunque sia il luogo scelto per questa operazione, semmai ce ne fosse un altro, saremmo ugualmente contrari”. “E’ orribile ciò che sta accadendo. Io abito in quell’area, e di conseguenza ritengo che non sia la sede giusta per fare una discarica. Fare del rifiuto un affare non è assolutamente una buona cosa, perchè il rifiuto lo produciamo tutti, e di questo la società si deve prendere l’onere”. Presente alla protesta anche Flavio Angelini della Lupus in Fabula, il quale ha anticipato che nei prossimi giorni “presenteremo un esposto presso la Procura della Repubblica di Urbino, cercando di individuare figure di possibili responsabilità da parte degli amministratori passati, soprattutto di quelli che erano presenti al momento della fatidica delibera di dicembre 2022. La cosa è troppo grave per i cittadini della zona, ma anche per tutti i cittadino coinvolti, dove esiste la gestione di Marche Multiservizi». Non è mancato al sit-in Gianluca Carrabs di Europa Verde: “Nel momento in cui vediamo che si stipulano accordi con una società di San Marino, rappresentata da una signora di 90 anni che sembrerebbe essere un prestanome, questo ci fa capire che c’è un’incertezza totale su chi sono i partner di progetto. Contestiamo non solo il problema ambientale, ma anche quello che è un problema tecnico-amministrativo dei contraenti”.