Nelle Marche la Cig resta sopra i livelli pre-pandemia

ANCONA – Nel periodo gennaio-giugno 2023 sono state richieste e autorizzate nelle Marche complessivamente 6,8 milioni di ore di Cassa integrazione (6,1 milioni nel 2019) e, Fis (Fondo integrazione salariale) e altri fondi di solidarietà. In particolare, la Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a 6,5 milioni di ore, mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a circa 227 mila ore. È quanto emerge dai dati Inps elaborati dall’Ires-Cgil Marche. Per quanto riguarda le ore di Cig nei principali settori dell’industria, il calzaturiero e il settore dell’abbigliamento sono gli unici a registrare una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022. Si osservano incrementi significativi nella carta, stampa ed editoria (+683,6%), nel legno (+166,2%) e nella chimica-gomma-plastica (+146,7%). Moderato l’aumento della Cig nel settore della meccanica (+1,4%). Per ciò che concerne il terziario, le ore autorizzate di Cig sono quasi totalmente ascrivibili al settore degli studi professionali, vigilanza e case di cura, che aumenta altresì del 28,4% rispetto a gennaio-giugno 2022. Gli altri settori registrano una significativa diminuzione. “Nel periodo gennaio- giugno 2023, i dati sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma sempre al di sopra del periodo pre-pandemia”, commenta Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche. “Desta preoccupazione il dato dell’edilizia: – conclude Fontana – sono quasi 385mila le ore autorizzate, unico ramo ad aver osservato un incremento delle ore rispetto allo stesso periodo del 2022 (+61,9%, pari a + 147 mila ore) per effetto del blocco dei bonus e dei crediti incagliati che hanno generato paura nel settore”.