di Michele Natalini
ASCOLI PICENO – Dopo quasi 30 anni rieccoli insieme. Uno di fronte all’altro. D’accordo, è il cimitero civico di Borgo Solestà. Ma quanta poesia in una foto (sopra). Una bara? Una tomba? No, quelle sono due anime bianconere. Hanno (quasi) cominciato insieme. Per caso, certo, ma fa lo stesso. Fu Serie A, la prima per il Picchio, con quel doppio salto carpiato dalla C. E fu molto altro ancora.
Viva la provincia. Viva l’Ascoli sanguigno e ruspante come i suoi padri: Costantino Rozzi e Carlo Mazzone. Il Presidentissimo se ne è andato nel dicembre 1994, mister Carletto sabato scorso.
Aggiungi un posto in paradiso. Eccoli lì. Al culmine di un pomeriggio infinito, dopo il funerale, nel cuore della città. Piazza del Popolo, sotto un sole che cuoce, ma è un diluvio di emozioni. Lucciconi, lacrime grandi così. Cori, striscioni, messaggi d’amore. E osanna. Tanti. Mazzone era solito andare di corsa, ma questa è una sfilata lenta: l’allenatore del popolo, il più grande: abita il cuore della gente, ne ha ancora di applausi da prendersi.
Poi, quando tutto è finito ma non è ancora finito, Costantino e Carletto si incontrano di nuovo. Per un saluto. Prima di rivedersi in cielo. “I grandi uomini non se ne vanno mai” ha ricordato l’Ascoli Calcio. Al limite lo fanno insieme.
Foto Ascoli Calcio Fan Club