Escursionista muore sul Gran Sasso: era professore all’Univaq

Ancora una tragedia in montagna. Ancora una vittima sul Gran Sasso. Ancora un escursionista rimasto ucciso. Stavolta la vittima è professore universitario, Berardino Romano, 66 anni. Il docente è stato trovato senza vita sul sentiero del centenario.  L’allarme è stato lanciato dalla moglie dell’uomo, preoccupata per il ritardo del marito nel rientrare a casa. Il professore aveva in programma un’escursione sul Gran Sasso ed aveva segnalato alla moglie che avrebbe dovuto rientrare a un certo orario.

I tecnici del Centro Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) di L’Aquila si sono subito attivati e sono giunti a Campo Imperatore. Qui hanno individuato l’auto dell’escursionista parcheggiata nei pressi di Vado di Corno. Le ricerche si sono quindi concentrate sul sentiero del centenario.

Il corpo dell’uomo è stato individuato e raggiunto lungo uno dei valloni che si affacciano sul versante teramano del Gran Sasso. Le operazioni di recupero della salma sono state particolarmente complesse a causa del terreno impervio e accidentato. Berardino Romano, di 66 anni, era un professore ordinario di Pianificazione Territoriale e Tecnica Urbanistica presso l’Università dell’Aquila. Si era laureato in Ingegneria Civile all’Aquila nel 1983 con il massimo dei voti, dedicando la sua tesi di laurea alla pianificazione di un Parco Naturale Regionale nel comprensorio del Gran Sasso d’Italia.

L’escursionista era noto per i suoi studi sulla pianificazione del territorio, concentrandosi sul consumo del suolo e la dispersione urbana. Aveva prodotto report e studi scientifici per conto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Le operazioni di recupero sono state effettuate con l’ausilio di un elicottero, vista la difficoltà del terreno. Su facebook anche il cordoglio dell’università di L’Aquila per la scomparsa di Berardino Romano. Una perdita significativa per la comunità scientifica e per gli appassionati di escursionismo.