CHIETI – Il prefetto di Chieti, Mario Della Cioppa, ha disposto la sospensione di tre licenze della Sabino Esplodenti di Casalbordino teatro della tragedia del 13 settembre scorso costata la vita a tre dipendenti rimasti uccisi da un’esplosione. Il provvedimento del prefetto riguarda nello specifico la licenza di fabbricazione di esplosivi, la tenuta in deposito di esplosivi, la licenza di detenzione e vendita di materiale esplodente nei depositi annessi alla fabbrica, e la licenza per detenere presso lo stabilimento munizionamento da guerra al fine di effettuare lavori di demilitarizzazione nonché attività di ripristino. La sospensione è scritto nel decreto “fino all’esito degli accertamenti tecnici di competenza della Commissione tecnica provinciale sulle materie esplodenti, istituita ai sensi del decreto del ministro dell’Interno del 19 novembre 2014, finalizzati alla verifica della sussistenza dei prescritti requisiti per lo svolgimento delle attività in esame”. Otto gli iscritti nel registro degli indagati per l’esplosione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino in cui hanno perso la vita tre operai, il 13 settembre scorso. A due giorni dall’incidente la Procura di Vasto – a coordinare le indagini è il sostituto procuratore Silvia Di Nunzio accanto a Vincenzo Chirico – ha deciso di focalizzare l’indagine su sette tra responsabili e dirigenti dell’azienda, numero che sale a otto considerando anche la società – specializzata nello smaltimento di polvere da sparo – come persona giuridica. Si tratta di Gianluca Salvatore, Sabino Salvatore, Massimo Salvatore, Marco Salvatore, Carlo Piscopo, Giustiniano Tiberio, Barbara Palestini, cinque di loro tra l’altro sono già sotto processo per l’altro incidente mortale in fabbrica, risalente al 2020, in cui morirono altre tre persone. La prima udienza per la tragedia di tre anni fa in cui sono coinvolti nel complesso una decina di soggetti è stata rinviata al 3 ottobre prossimo. Mentre domani è attesa l’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Silvia Di Nunzio sui corpi di Gianluca De Santis, e Ferdinando Di Nella, Giulio Romano deceduti nel disastro