Scene da film al carcere di Teramo. Un detenuto ha scavalcato il muro di cinta ed è evaso calandosi con una grossa corda. Il tutto dopo aver tagliato le sbarre del bagno della sua cella. Lo rende noto il segretario del sindacato Spp Aldo Di Giacomo. Si tratterebbe di un uomo di origine albanese, sulla quarantina.
Per ingannare i poliziotti penitenziari, l’uomo, che non aveva nessun compagno di detenzione, aveva simulato la presenza di una persona sulla sua branda, che sembrava coperta sino alla testa. L’evaso ha 39 anni ed era in carcere in attesa di giudizio: su di lui pende un procedimento presso la procura di Bologna per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Quella avvenuta all’alba di oggi nel carcere di Teramo è un’ “evasione annunciata” visto che “la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i sistemi antintrusione e anti-scavalcamento che spesso non funzionano”. La denuncia arriva dal Sappe. “Questa evasione – insiste il segretario Donato Capece – è la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.