Omicidio colposo: questa l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Teramo nei confronti di due persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Gianluigi Ragni, l’operaio 26enne folgorato lunedì scorso mentre stava lavorando su un traliccio di media tensione. Si tratta del collega che era con la vittima e che ha prestato i primi soccorsi e di un tecnico di e-distribuzione, responsabile della linea su cui era previsto l’intervento. Un atto dovuto, spiegano dalla Procura, per consentire esami irripetibili. Dopo la tragedia, l’area dell’incidente era stata posta immediatamente sotto sequestro così come l’ordine di servizio che avrebbe dovuto autorizzare il distaccamento della corrente. Atto sul quale si sta concentrando il lavoro degli investigatori. Gianluigi sarebbe stato vittima di una tragica fatalità. Secondo quanto emerso finora quel maledetto 25 settembre non sarebbe toccato a lui salire sul traliccio ma al collega che oggi figura tra gli indagati. Stando al suo racconto, l’operaio stava tornando al furgone per scaricare tutto l’occorrente quando ha avvertito un urlo. Solo allora si sarebbe resto conto che Gianluigi lo aveva anticipato ed era salito in cima al pilone dell’elettricità. Purtroppo però era troppo tardi. Il 26enne sarebbe stato raggiunto da una scaricare elettrica di 15mila volt che lo ha ucciso all’istante, rendendo praticamente inutili i soccorsi. Intanto le indagini proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Non è escluso che il sostituto procuratore Greta Aloisi, titolare dell’inchiesta, possa a breve disporre un accertamento tecnico. Ieri, invece, è stata eseguita l’autopsia che ha confermato la morte di Ragni per lesioni elettriche. Presenti all’esame irripetibile l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra e i medici legali Michele Farinacci e Rosanna Cecchi, incaricati dalle difese dei due indagati. Domani, alle 14, l’ultimo addio a Gianluigi. Nel giorno dei funerali, nel Duomo di Campli, il sindaco Federico Agostinelli ha proclamato il lutto cittadino.