BOLOGNA – Bufera all’Amadori: un alto dirigente aziendale del gruppo, recentemente licenziato, è stato arrestato. L’accusa è quella di aver orchestrato un piano per il furto di ingenti quantità di carne, che avrebbe causato un ammanco di ben 30 milioni di euro. Al momento, il dirigente si trova agli arresti domiciliari. I dettagli di questa sorprendente vicenda emergono grazie alle indagini in corso e sono stati riportati da Qn-Il Resto del Carlino. Il dirigente aveva una posizione di rilievo all’interno dell’Amadori e operava sia nello stabilimento di San Vittore di Cesena sia in quello di Mosciano Sant’Angelo, nella provincia di Teramo. Le sospette attività illecite, legate a ingenti ammanchi di prodotti, circolavano da tempo all’interno dell’azienda, ma non risultavano nella contabilità ufficiale. Una delle ipotesi investigativi suggerisce la creazione di un mercato parallelo, dove commercianti potevano approvvigionarsi di carne a prezzi scontati e senza pagare l’Iva. Nel corso del tempo, tuttavia, il buco contabile avrebbe raggiunto proporzioni tali da non poter più essere nascosto, portando infine alla denuncia dell’intera vicenda. L’arresto del dirigente è avvenuto ieri quando si è presentato presso lo stabilimento di Cesena per richiedere spiegazioni in merito al suo licenziamento. L’indagato, ora agli arresti domiciliari, è stato descritto come uno storico dirigente dell’Amadori. Si ritiene che altre persone, sia interne che esterne all’azienda, siano coinvolte in questa vicenda. In risposta alle notizie sull’arresto, il gruppo Amadori ha emesso una dichiarazione ufficiale: “In merito alle notizie apparse oggi, l’azienda ha appreso dalla stampa dell’arresto che è stato effettuato e ribadisce la propria posizione di parte lesa e offesa sull’intera vicenda. L’azienda aveva già avviato da tempo una verifica interna, tuttora in corso, che aveva portato la scorsa settimana all’interruzione del rapporto con il collaboratore. Al contempo, l’azienda conferma il suo pieno supporto alla Procura della Repubblica, perché venga fatta immediata chiarezza e piena luce sulle condotte che sembrano emergere dalle indagini”.
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