di Michele Natalini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Passionali, ma soprattutto scaramantici. Perché crederci non costa nulla. E certi gesti profumano di calcio di una volta. Dalla cravatta gialla di Galliani all’acqua santa di Trapattoni; dal bacio del Ct francese Blanc alla pelata del suo portiere, Barthez; dal cappotto di Ulivieri, anche sotto un sole che friggeva, ai calzettoni rossi del presidentissimo dell’Ascoli, Costantino Rozzi; dal rosario di Ancelotti al numero 11 di Gigi Riva. Potremmo continuare. Riti infiniti, gesti ripetuti.
Calcio uguale superstizione. Nel suo piccolo, vale anche in Serie D. Vale pure per la Samb e Vittorio Massi. Oggi pomeriggio, dopo il secondo pareggio interno consecutivo, il 2-2 contro la Forsempronese, il presidente rossoblù si è presentato in sala stampa con una boccetta di sale. Magari ci aveva già imbiancato la tribuna, durante la partita. Di sicuro dopo l’ha tenuta nel suo taschino per quasi tutta l’intervista di Maurizio Lauro, che criticava la squadra, le chiedeva più furore, più cattiveria, più spirito di sacrificio. Massi c’ha messo il sale. Lo ha lanciato sul tavolo: “Questo ci vò, mister!”, strappando una risata al suo allenatore.
Non sarà il sale che Oronzo Canà, nel film L’Allenatore nel Pallone, tirava addosso al fido Crisantemi, ma rende l’idea. E aiuta a sdrammatizzare, anche.
Magari la prossima mossa di Massi sarà far giocare la sua Samb con una maglia diversa. Vestiti di rossoblù, contro Fano e Forsempronese, doppio pareggio. Con i granata il rigore sbagliato da Alessandro e tante occasioni sciupate; oggi, al netto del paio di topiche difensive, un bel primo tempo (assai più brutto il secondo) e il palo di Barberini sull’1-1. E allora sale, sale come se piovesse.
(Foto La Gazzetta Rossoblù)