Dati Bankitalia su economia marchigiana: “Frenano occupazione, consumi e credito”

ANCONA – Lavoro, famiglie, imprese: la Banca D’Italia fa il punto sull’economia regionale con la presentazione dei dati nell’aggiornamento congiunturale. La fase di espansione dell’occupazione che aveva portato a superare i livelli pre pandemia, si è interrotta nelle Marche. Nella media del primo semestre il numero di lavoratori è diminuito a fronte di un aumento su scala nazionale. Il calo si è concentrato nel lavoro autonomo mentre il lavoro dipendente è cresciuto a fronte di un tasso di occupazione stabile. La dinamica dei consumi i è considerevolmente indebolita risentendo del’erosione del potere d’acquisto delle famiglie determinata dall’inflazione. Diminuiti anche i prestiti bancari nelle marche nella prima metà dell’anno. In generale nel primo semestre del 2023 l’attività dell’industria marchigiana si è indebolita con una contrazione della produzione manifatturiera prossima al 2%.  “L’indebolimento della fase ciclica registrato negli ultimi mesi del 2022 è proseguito nella prima parte dell’anno in corso – si legge nel documento -. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nella media del primo semestre del 2023 il prodotto regionale sarebbe cresciuto dell’1,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, meno che in Italia”.

Il tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie  è rimasto sui valori osservati nel 2022. Per le impese è aumentato solo marginalmente. I depositi bancari di famiglie e imprese sono diminuiti Una flessione dovuta – analizza la banca d’Italia – alla netta contrazione della componente in conto corrente. Crescono invece i depositi a risparmio. La sostituta della divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede di Ancona di BankItalia, Sabrina Ferretti, in un passaggio del suo intervento ha evidenziato “un calo nella domanda” di credito da parte delle imprese «naturale in un contesto congiunturale di rallentamento”. Minori domande di prestiti da parte delle imprese dovuta sia ai minori investimenti ma anche della «componente del capitale circolante che finora aveva sostenuto la domanda”.