Il consiglio dei ministri ha dato il via libera per il nuovo decreto anticovid, che sarà valido dal 7 al 30 aprile, visto che fino al 6 resterà in vigore il precedente dpcm. Diverse le novità previste dalla nuova misura. A cominciare dalla scuola. Si tornerà in presenza anche nelle zone rosse fino alla prima media mentre in quelle arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%. Fino al 30 aprile tutta Italia sarà in zona arancione o rossa, dunque vengono abolite le zone gialle. Il decreto prevede però una verifica a metà aprile: se la situazione epidemiologica lo consentirà, si valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo e, dunque, procedere ad alcune riaperture, in particolare di bar, ristoranti, cinema e teatri. Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, ma sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici, al contrario della zona arancione per la quale ciò sarà possibile una sola volta al giorno, così come per il weekend di Pasqua. Da sabato a lunedì, infatti, è consentito, spostarsi in ambito regionale in massimo due persone più i minori di 14 anni conviventi per andare dai propri cari. Resterà il coprifuoco dalle 22 alle 5 e resteranno chiusi bar e ristoranti. Possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. Ancora niente aperture fino al 30 aprile per palestre, piscine, cinema, teatri e musei. Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. Un altro punto importante del nuovo decreto riguarda i vaccini. Chiunque lavori in una struttura sanitaria, medici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, dipendenti anche amministrativi di Rsa e studi privati dovrà vaccinarsi. Per chi rifiuta è prevista la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all’andamento della pandemia. Infine, verranno sbloccati i concorsi pubblici, dunque si potranno svolgere le prove su base regionale e provinciale e, dove possibile, in spazi aperti.