SAN BENEDETTO – A meno di ventiquattro ore dall’udienza in Tribunale, Domenico Serafino si rifà vivo. E lo fa attraverso i suoi consulenti presentando nella cancelleria fallimentare una richiesta di concordato in bianco. Il presidente della Samb, in sintesi, chiede un termine di 120 giorni per depositare il vero concordato in cui si impegnerà a presentare una proposta di pagamento dei creditori che dovrà essere accettata dagli stessi.
Insomma Serafino prende tempo, non regolarizzando cioè la crisi d’impresa per pagare i creditori immediatamente ma solo allo scopo di differire la dichiarazione di fallimento. Insomma una richiesta che ha come effetto solo di una prenotazione per il successivo concordato. Ed allo stesso tempo si impegna a trovare un compratore della società.
Domani mattina il giudice Francesca Calagna ha due opzioni. La prima è quella di dichiarare inammissibile il concordato in bianco, dichiarando il fallimento della Samb. Oppure potrebbe accogliere la richiesta, concedendo a Serafino il termine di 120 giorni per presentare una proposta di pagamento ai creditori che poi devono accettarla. In questo caso salterebbe l’operazione del fallimento tecnico e sarebbe fortemente in dubbio il mantenimento della categoria e l’iscrizione della Samb al prossimo campionato di serie C.
Serafino, oltre a prendere tempo con i creditori, ne così avrà di ulteriore per provare a vendere la società, evitando il tracollo finanziario del club ed anche il suo personale. Ed in tal senso la sua azione potrebbe proprio essere quella di cercare un acquirente per la Samb. Operazione che sembra di difficile attuazione vista la pesante massa debitoria del sodalizio del Riviera delle Palme anche se, sembra, che qualche trattativa sia già in atto.
La palla ora passa al giudice Francesca Calagna, chiamata domani a prendere una decisione importante. In ballo c’è infatti il futuro della Samb, di una città, di una tifoseria che, a meno di clamorosi colpi di scena, non merita di scomparire di nuovo dal calcio professionistico.