Giovane madre rinchiusa in casa dal marito per 5 anni, si ribella al suo carceriere ed i carabinieri la portano in salvo con i figli

FALCONARA MARITTIMA – La vicenda si è consumata tra le mura domestiche di quella che, apparentemente, pareva essere una comunissima ed onesta famiglia di origini nordafricane, in Italia da oltre 5 anni. Lui operaio 40enne presso i cantieri navali di Ancona, lei casalinga 27enne con due figli piccoli di 3 e 5 anni.

Una famiglia normale, eppure la donna era costretta ad uscire di casa molto raramente, solo quando doveva provvedere a piccole spese alimentari. Ed ogni volta che provava a ribellarsi a questa “prigionia” finiva per essere oggetto di botte, minacce ed insulti. Fino a quando non ha deciso di confidarsi chattando con un’amica del suo paese che, man mano, l’ha convinta ad uscire allo scoperto.

Così ieri mattina, dopo l’ennesimo litigio, quando si è vista persino colpire alla testa con il proprio cellulare – mandato in frantumi dal marito per aver scoperto l’esistenza di quelle conversazioni “ribelli” – la donna è scappata via di casa ed ha chiamato i Carabinieri con il cellulare di un passante, cercando con molta difficoltà di farsi comprendere. Ma sin dalle prime battute, la sua condizione è parsa molto chiara ai militari, alla donna infatti è bastato declinare le sue generalità per indirizzare l’intervento nei pressi della sua abitazione.

Al carabiniere dietro la cornetta, non è difatti sfuggita la preoccupante condizione di una donna straniera che, dopo ben cinque anni trascorsi in Italia, non era ancora in grado di farsi comprendere in italiano come in nessun altra lingua comune quale l’inglese o il francese. È stata così immediatamente accompagnata presso il Pronto Soccorso di Ancona Torrette, dove è stata subito visitata dal personale medico e successivamente ascoltata con l’ausilio di un interprete arabo: aveva conosciuto e sposato il marito nel suo paese d’origine, quando aveva appena 20 anni. Lui lavorava già in Italia da diversi anni, così dopo il matrimonio si erano trasferiti in provincia di Ancona, dove sono poi nati i loro due figli minori. Sin da subito la donna aveva vissuto in completo isolamento, poteva uscire per comprare ciò che era più necessario, per poi rincasare senza indugio.

E ad esasperare la sua condizione, la presenza in casa della suocera, la quale, secondo le prime ricostruzioni, vigilava attivamente sulle privazioni imposte alla giovane sposa, soprattutto quando il marito era fuori per lavoro. Una “prigionia” interrotta dall’intervento dei Carabinieri della Tenenza di Falconara Marittima che hanno potuto avvalersi della preziosissima collaborazione offerta dal personale sanitario coadiuvato dalla Dr.ssa Susanna Contucci (Primario del Pronto Soccorso di Ancona Torrette da sempre in prima linea contro la violenza di genere).

All’esito degli accertamenti medici previsti per il protocollo delle vittime di violenza, la donna è stata dimessa in buona salute ed accompagnata dai militari presso la sua abitazione, dove ha preso con sé i due minori per essere con loro collocata all’interno di una casa rifugio, grazie anche all’impegno dei Servizio Sociale del Comune di Falconara Marittima, che ha curato tutti gli adempimenti amministrativi del caso. A carico dell’uomo si ipotizza l’accusa del reato di maltrattamenti in famiglia. Per la donna sarà forse l’inizio di una nuova vita.