Si apre lunedì in Corte d’Appello ad Ancona il processo di secondo grado a carico di Santo Seminara, legato all’omicidio di Pietro Sarchiè, il commerciante ambulante di pesce sambenettese ucciso a Sellano di Pioraco nel maceratese, il 18 giugno 2014. Giuseppe Farina e suo figlio Salvatore sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo e a venti anni di reclusione per aver pianificato e commesso il delitto. Il Tribunale di Macerata ha stabilito per Seminara una condanna di tre anni e sei mesi per favoreggiamento e ricettazione ma lo ha assolto dall’accusa di riciclaggio. La procura ha presentato ricorso chiedendo un ricalcolo della pena. In appello però è ricorso anche l’imputato difeso dagli avvocati Manuela Castani e Nicola Pandolfi che ne chiedono l’assoluzione. La famiglia Sarchiè difesa dagli avvocati Nicodemo Gentile e Alessia Modesti si aspetta che venga fatta giustizia: «Seminara ha avuto un ruolo cruciale – afferma Jennifer Sarchiè – dopo una lunga attesa segnata anche dalla pandemia, finalmente si apre il processo di secondo grado. Confidiamo nella giustizia».