Vedete questo incredibile scrigno di cappelli? Ci troviamo a Montappone, in provincia di Fermo. Pensate che in questo piccolo borgo e in pochi altri comuni della zona si concentra il 70% della produzione nazionale di copricapi. La più importante d’Europa.
Qui il cappello è così intrecciato con la vita del territorio che gli hanno dedicato perfino un museo
“Questo museo raccoglie tutta la nostra cultura e la nostra memoria storica quindi qui valorizziamo tutto ciò che è stato e che è ancora attualmente” – ha detto il direttore del Museo, Mario Clementi .L’arte dell’intreccio affonda le sue radici nel Quattrocento, quando i contadini impiegati nei campi avevano pensato di realizzare con il grano un copricapo da lavoro da indossare durante l’attività nei campi. Ecco che nascono i trecciaioli
“Uomini e donne che camminano e intrecciano perché questo tipo di lavoro si faceva camminando. Le regole della campagna erano due: non si perdeva tempo e non si sprecava niente”
“Uomini e donne che camminano e intrecciano perché questo tipo di lavoro si faceva camminando. Le regole della campagna erano due: non si perdeva tempo e non si sprecava niente” – aggiunge Clementi.
Tanti anni sono passati da allora ma non si è persa l’antica arte della manualità. Come Livia che intreccia in piedi e ad occhi chiusi: “Abbiamo iniziato da piccole, ma oggi lo facciamo per hobby perché oggi non c’è più mercato”
Ma non è finita qui perché il Museo accoglie un’inedita raccolta di copricapi realizzati con svariati materiali e rigorosamente Made in Marche. Ve ne mostriamo alcuni
“Ne raccogliamo di svariati – ci ha spiegato il direttore Clementi: dal cappello musicale, realizzato con il vinile, a quello in legno di Pierangelio Santini. Il cappello in ceramica e quello gioiello e poi quello fatto con i merletti di Offida. Il cappello di carta e il copricapo in marmo. La ditta Guzzini ha realizzato un cappello simile a quello esposto alla Reggia di Venaria ma con all’interno delle luci a led.”
Che dire: Marche, tanto di cappello!