La promozione delle italiche bellezze passa per la nuova campagna “Open to Meraviglia” con protagonista la Venere del Botticelli che, nei panni di novella influencer, girerebbe il Paese alla scoperta dei territori. Da giorni questa operazione è un vero magnete per polemiche. Prima si è discusso dell’opportunità di utilizzare un’icona dell’arte italiana, svilendola per una campagna pubblicitaria.
Successivamente si è scoperto, grazie ad un’inchiesta della giornalista Selvaggia Lucarelli, che, per uno spot, sono state utilizzate immagini di una cantina che ha sede in Slovenia. Immagini acquistate su una piattaforma internazionale di vendita clip. Il costo? Un abbonamento annuale da poco più di 600 euro.
L’ultimo capitolo della vicenda riguarda anche le Marche perché sempre Lucarelli ha scoperto che, grazie alle traduzioni dell’intelligenza artificiale, anche i nomi dei vari Comuni promozionati vengono tradotti. Così la nostra Camerino, in tedesco, diventa “Gardarobe” come fosse un angolo in cui cambiarsi di abito.
Approfondendo si nota, invece, che Fermo viene tradotta come “Stillstand”. Immobile appunto. Insomma sull’utilizzo della Venere quale influencer e testimonial, si può discutere. Ma sull’impiego di immagini acquistate con pochi soldi e non girate in Italia e sulle traduzioni che modificano anche i nomi delle città, c’è poco da dire. Prendendo a prestito le parole di Lucarelli – che ha portato alla luce tutta la vicenda – Camerino ce la ricordavamo più bella di così.