Sempre più donne non cercano lavoro. Lo sostengono i sindacati che mettono in evidenza come nelle Marche siano circa 163mila, ovvero il 34,9% di donne inattive a fronte del 21,5% degli uomini. Rispetto al 75% degli uomini, solo il 59,7% di donne marchigiane sono occupate con un gap di oltre 15 punti. “Le donne spesso non lavorano o continuano a lavorare poco e male”, commentano Loredana Longhin, Cgil Marche, Cristiana Ilari, Cisl Marche e Claudia Mazzucchelli, Uil Marche in vista della manifestazione unitaria del 6 maggio a Bologna. Il rapporto Inail segnala la crescita del fenomeno delle dimissioni delle lavoratrici madri: 1.156 nel 2021 rispetto alle 759 del 2020. “E quando il lavoro c’è per le donne è troppo spesso a tempo determinato, in part time, con orari ridotti quindi con bassa retribuzione, e con un divario salariale di genere, se consideriamo la parte variabile della retribuzione, stimato al 25% nel privato e al 17% nel pubblico”, continuano le sindacaliste. “Un ascolto e un dialogo che ancora una volta purtroppo registriamo come deficitario: basti pensare al prossimo convegno sulla ‘Parità di genere nel mondo del lavoro’, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche per il 6 maggio, senza dare voce alle tante lavoratrici marchigiane, evitando qualsiasi confronto con il Sindacato che le rappresenta”, denunciano Longhin, Ilari e Mazzucchelli che chiedono: “Più lavoro di qualità, più formazione mirata, contrasto alla povertà educativa e forte investimento sull’innalzamento delle competenze, più sicurezza e legalità, un welfare strutturato e strutturale con servizi che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e la condivisione dei carichi familiari. Nella consapevolezza – concludono – che non c’è vero sviluppo senza equità e parità di genere, non c’è vera crescita senza l’inclusione e la valorizzazione delle donne nel mercato del lavoro”.