Si riapre la battaglia in tribunale tra il sindaco Matteo Ricci e gli odiatori social. Dopo la condanna ad una multa di 1000 euro e 7500 euro di risarcimento al Comune di Pesaro, a carico di un 51enne pesarese per una serie di frasi su facebook contro il primo cittadino, arriva un altro confronto giudiziario. Il nuovo processo vede un 61enne pesarese imputato per diffamazione ai danni di Ricci, accusato di essere “untore” durante il periodo del Covid. Il 61enne sostiene di non essere stato lui a proferire una serie di insulti rivolti al sindaco e collegati alla sua gestione durante la pandemia.
Ricci in aula ha ricordato l’onda d’odio che stava montando in quel periodo tanto da aver ricevuto una lettera con delle minacce di morte nella cassetta delle lettere. Uno scenario di offese e insulti, diminuito, ha poi ammesso il primo cittadino, da quando sono stati denunciati gli haters. Se il Comune avrà la meglio in tribunale, devolverà il ricavato in opere sociali e beneficenza, o attività culturali. Nella precedente causa, Ricci si era detto disponibile a ritirare la querela e ad arrivare ad un accordo con l’imputato qualora ci fosse stato un risarcimento simbolico da devolvere a fini sociali per il Comune, con l’obiettivo di combattere l’odio. La difesa non aveva accettato e il pubblico ministero aveva chiesto 4000 euro di condanna mentre la richiesta del Comune, come parte civile, era stata di 30 mila euro di risarcimento e 15 mila euro di provvisionale. Il giudice aveva poi deciso di fissare a 7500 euro la cifra del risarcimento. A maggio 2022 il primo hater del sindaco era stato condannato per altre frasi ingiuriose a 800 euro di multa e ad un risarcimento di 3mila euro.