SASSOFERRATO – In questi giorni, la giunta regionale ha trasmesso una mozione al ministro degli esteri sul caso di Emilio Vincioni, il papà di Sassoferrato, la cui ex moglie greca andò nel 2016 ad Atene per partorire la loro bambina e da allora non tornò più.
La richiesta al ministro è che intervenga con la Grecia, affinchè le sentenze dei giudici italiani sulla vicenda vengano riconosciute, attraverso norme per garantire l’effettività dei provvedimenti giurisdizionali.
“Ringrazio il consiglio regionale – afferma Emilio Vincioni – che sono certo, così come l’altra volta, veicoleranno alle istituzioni nazionali quando dovuto. Mi auguro che la giudice che ha tutta la matassa prenda delle decisioni equilibrate e dia uno spiraglio di luce in questa vicenda, dove una bambina inerme che sta crescendo è una vittima di tutta questa situazione. E non si capisce per quale motivo la bambina non dovrebbe varcare i confini nazionali dalla Grecia verso l’Italia. E’ del tutto incomprensibile”.
Nonostante le pronunce in varie battaglie legali favorevoli a Vincioni, ed una condanna penale in primo grado dell’ex moglie, l’uomo non è più riuscito a far tornare in Italia la figlia e può vederla raramente, solo in luoghi pubblici in Grecia, con le condizioni dettate dalla madre. Oltretutto, le informazioni che continua ad avere sulla figlia sono molto limitate.
E mentre l’accusa più ricorrente resta quella di sordità istituzionale, ora – dopo l’ultimo provvedimento – la richiesta è di fare pressing per ottenere nuovi sviluppi sulla questione.
“Quello che chiedo dopo 8 anni – conclude Vincioni – non è la luna, ma è fare il padre. E fare il padre non può essere quello che ho fatto sino ad oggi. Quindi la bambina deve essere ordinata e per questo c’è bisogno di un pressing rispettoso delle varie competenze giurisdizionali del mio paese, perché finora purtroppo il trattamento non è stato decente. Chiedo solo che la bambina possa venire in Italia, vivere in Italia ed avere due genitori e quattro nonni”.