QUI l’intervista ad Alessandro dopo Samb-Termoli 3-1
di Michele Natalini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La vita è carezze: l’amore, i figli, il calcio. Ma è anche uno straccio bagnato (di lacrime) capace di assestare frustate tremende: addii, dolori. Danilo Alessandro ne ha rimediate un paio. Da mesi lotta con i suoi demoni. Non ne ha mai fatto mistero: “È un momento difficile e va oltre il calcio”. Lo sanno lui, la Samb e i tifosi. Tutti.
Alessandro ha detto pure di avere il suo bel caratterino. Ecco, quello magari a volte ti salva. Perché è dura, giorno dopo giorno, provare a cancellare cicatrici impresse a fuoco sulla pelle. Tatuaggi di dolore. Che però non si limitano a star lì, ma scavano. E non li scansi, devi conviverci. “Il calcio mi dà un momento di spensieratezza”. Il suo è fatto di gol: 188. Il primo con la maglia della Samb ad Avezzano, lo scorso 24 settembre, terza giornata. La promessa comincia a sbocciare. Quella del primo acquisto estivo, il più voluto, il più importante. Dopo, però, l’attaccante si fa parare due rigori: contro il Fano al Riviera e a Monterotondo. E allora il calcio s’impasta con i demoni.
Ma Alessandro non è solo. La società e il presidente Vittorio Massi gli sono vicini. L’allenatore, Maurizio Lauro, gli dedica pubblicamente la vittoria di Monterotondo. Dietro le quinte lo aiutano il direttore sportivo che più di tutti lo conosce, Stefano De Angelis, e i compagni di squadra. Perché a un certo punto la vita si ricorda di risarcirti. Almeno un po’. L’attaccante rossoblù sognava di segnare un gol sotto la curva da quando aveva firmato: accontentato. Contro il Termoli stappa la partita a inizio ripresa. Nel cuore di un pomeriggio scuro è tutto chiaro: è ispirato, i compagni lo cercano. Deve solo pazientare.
Quindi, ecco la rasoiata che muore nell’angolino, è il primo pallone nella porta sotto la Nord. L’abbraccio con la squadra, quello con la curva. Il bacio alla maglia. “L’ho baciata come ogni mio singolo compagno. Ringrazierò sempre chi mi ha dato la possibilità di indossarla” scriverà sui social. Davanti ai microfoni, invece, dice sull’astinenza da gol spezzata: “Mi pesava”.
Già, una liberazione. Premio a se stesso e a chi ci ha creduto. Alla Samb tutta. Ai tifosi che gli hanno scritto in privato, che prima o poi sarebbe girata. “Loro sono la mia medicina” ha detto Danilo Alessandro mercoledì, dopo il 3-1 al Termoli. Nascosto dietro la barba, gli occhi graffiati dagli ultimi mesi, la mano sulla testa a grattare via certi pensieri. Trentotto giorni dopo la prima gioia rossoblù. Questa vale mille volte di più. Profuma di risalita. La Samb è lassù, padrona del girone F di serie D, ma Alessandro ha appena iniziato la sua rincorsa. A rimettersi quasi in pari con la vita. A guarire. La Samb è la sua cura.