ANCONA – Gli sfollati a partire dagli uomini e le donne del Comitato 707 sono scesi in piazza ad un anno dal sisma: hanno portato le gigantografie delle crepe e dei danni che resero le loro case inagibili. Da quel 9 novembre non hanno più una casa e ancora sono in attesa di ricevere i fondi del Contributo di autonoma sistemazione. Una protesta quella di oggi pomeriggio in piazza Cavour che ha attirato l’attenzione di molte persone che si sono fermate in piazza per ascoltare la loro voce. “Il 9 novembre 2022 – si legge nel comunicato distribuito in Piazza Cavour – la sveglia di Ancona, Pesaro, Fano l’ha suonata il terremoto, uno del più violenti dell’ultimo secolo, si dice. Da quel momento sono passati 365 giorni, un anno esatto. E dopo un anno bisogna che ci guardiamo un attimo indietro, che guardiamo la strada percorsa e che proviamo a fare un bilancio, a tirare una riga e a fare due conti. Perché e da li che bisogna ripartire. E allora ci pare di poterla guardare da due prospettive diverse tutta questa storia, una che parte dall’alto, e una che parte dal basso, due prospettive che purtroppo ancora fanno fatica a incrociarsi. Due lingue e due mondi che parlano e vivono in due dimensioni diverse e spesso incommensurabili, antitetiche”.
Prosegue la nota: “Ci sono le persone, c’è l’iniziativa dal basso, ci sono quelli che dividono la stessa sorte, e che in modi più o meno fortuiti finiscono per trovarsi. Ci siamo noi, che abbiamo ostinatamente superato un ostacolo alla volta, cinque mesi di lotte per ottenere l’emergenza, due per l’ordinanza di protezione civile, due per il piano di attuazione, tre per un emendamento che ad oggi nessuno ha più visto. Mentre continuiamo a lottare per il Contributo di autonoma sistemazione. E mentre continuiamo a lottare per inserire fondi per la ricostruzione in legge di bilancio, perché al momento non è previsto nemmeno un centesimo. Ed è una corsa contro il tempo, la nostra, perché la partita si chiude con la fine dell’anno”.