Tremila foto, 500 messaggi vocali cancellati ma che sono stati recuperati grazie alla perseveranza dei genitori che non hanno mai creduto nel suicidio della figlia e che oggi puntano a far riaprire l’inchiesta. Era il primo settembre di 6 anni fa quando il corpo di Giulia Di Sabatino fu trovato martoriato sulla A14, all’altezza del cavalcavia della zona di Montone di Mosciano. Oggi Giulia avrebbe compiuto 25 anni e i suoi genitori, il papà Luciano e la mamma Meri Koci, assieme all’avvocato Antonio Di Gaspare e alla responsabile dell’associazione Codice Rosso, Adele Di Rocco, si sono ritrovati nel locale in cui la ragazza aveva lavorato quella sera. Palloncini bianchi e rosa per la loro figlia, un modo per ricordarla a distanza di qualche anno dalla tragedia. Nessuna resa. E’ stato possibile nel frattempo recuperare alcuni selfie cancellati, scattati intorno alle 19,30 del 31 agosto del 2015 che alimenterebbero i dubbi della famiglia: fu omicidio e non suicidio.
L’obiettivo è quello di smontare la tesi del suicidio, di fare in modo che i file recuperati possano in qualche modo dire la verità che per la famiglia sin dall’inizio ha assunto i contorni di un delitto.
L’avvocato Di Gaspare è stato chiaro: è necessario accertare la verità sulla morte di Giulia.