Presunte irregolarità su appalti e subappalti per le casette d’emergenza per i terremotati: ad Ancona slitta di quattro mesi l’udienza preliminare per decidere se rinviare o meno a giudizio funzionari della Regione, dell’Erap e diversi responsabili delle società coinvolte.
Al termine dell’indagine avviata nel 2017, 19 le persone fisiche implicate e 15 le aziende (tre sono marchigiane della provincia di Pesaro Urbino) che rischiano un processo per accuse, contestate a vario titolo, di truffa, falso, abuso di ufficio e frode nelle pubbliche forniture. Per difetti di notifica, riscontrate da parti coinvolte nel procedimento, oggi la gup Francesca De Palma ha dovuto rinviare l’udienza preliminare al prossimo 7 febbraio.
Anche se solo in forma orale, c’è chi ha già preannunciato la volontà di chiedere di essere giudicato con un rito alternativo. E’ il caso di Giorgio Gervasi, presidente del consorzio Arcale a cui venne affidata la realizzazione delle Sae. Il suo legale, avv Gabriele Cofanelli ha annunciato che chiederà l’abbreviato condizionato alla perizia sulla regolarità dei contratti. Il responsabile di una delle società chiederà la messa alla prova.
Intenzionato ad andare (in caso di non proscioglimento) a dibattimento, David Piccinini, capo della Protezione civile, difeso dall’avv. Alessandro Lucchetti. Piccinini firmava il via libera alle fatture delle ditte per procedere ai pagamenti. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati appalti e subappalti affidati a ditte impegnate nella ricostruzione per il sisma 2016, senza verificarne i requisiti come la certificazione antimafia.
Il tutto sarebbe accaduto in un periodo in cui serviva fare in fretta perché le famiglie aspettavano e le casette tardavano ad essere consegnate.