di Pier Paolo Flammini
La ripresa delle scuole dopo le festività natalizie è coincisa con l’incremento senza precedenti dei contagi Covid-19, con numeri mai registrati in precedenza. Certo, la variante Omicron presenta conseguenze meno gravi rispetto alla Delta e gran parte della popolazione è vaccinata, tuttavia le regole per la gestione delle lezioni in classe in presenza di alunni positivi sembrano di difficile comprensione e applicazione.
Se in precedenza infatti alla presenza di un solo positivo in classe, per tutti gli alunni scattava la quarantena con le lezioni in Didattica a Distanza (Dad), l’attuale ministro per l’Istruzione Bianchi ha formulato delle regole più fluide per consentire di rimanere in classe nel caso si presuma che non vi sia stata circolazione del virus fra gli alunni. Questo può essere accertato soltanto attraverso un esame dei tamponi tra tutti gli alunni della stessa classe.
Qui emerge il concetto di “Tzero” e “T5”: ovvero un tampone effettuato il prima possibile, subito dopo l’accertata positività di un alunno, e un tampone di conferma cinque giorni dopo. In questo modo, se non risultassero nuovi positivi (parliamo delle elementari, perché nelle superiori vi è una ulteriore differenziazione e fluidità) all’esame “Tzero”, gli studenti tornerebbero alla lezione in presenza. In caso di ulteriore positività, in Didattica a Distanza.
Fatta la legge, trovato l’inganno. Le Asur infatti sono oberate dalle richieste di tamponi, a causa della situazione generale della pandemia Covid-19. Accade così che al primo caso di positività – il che è ovviamente talmente frequente da essere il caso standard di questa prima settimana di scuola dopo il Natale – gli alunni vadano immediatamente in Dad, in attesa della comunicazione dell’Asur. La quale non è detto arrivi immediatamente – impossibile controllare in tempi “zero” gli alunni di decine e decine di classi, forse centinaia – e allora la Dad si protrae in automatico.
Ed ecco l’inganno: se gli studenti effettuano un tampone con risultato negativo per proprio conto, quindi in una farmacia privata e a pagamento, possono tornare in classe. Con quattro effetti perversi:
a) non tutte le famiglie, per ragioni sia ideali che di costi, sono disposte ad effettuare il tampone privato. Si tenga presente che si tratta di una procedura da ripetere due volte (15 euro + 15 euro, 30 in totale) e che potrebbe essere ripetuta praticamente ogni settimana con i dati epidemiologici attuali, quindi un esborso anche di 100 euro al mese.
b) nella scuola scatterebbe la Didattica Integrata a Distanza: gli alunni “tamponati” in classe, quelli non “tamponati” a casa davanti al computer. Una bruttissima pagina per la scuola italiana con la differenziazione dell’insegnamento anche su base economica.
c) se non tutti gli alunni eseguono il tampone, viene meno anche la ricerca del secondo positivo in classe ovvero la presunzione che il virus abbia o meno circolato tra gli studenti della stessa classe. Dunque la regola “Tzero” e “T5” resterebbe scritta nella carta ma di fatto inutile ai fini della prevenzione del virus e della sicurezza delle lezioni in classe.
d) i tamponi effettuati privatamente non sono eseguiti nello stesso momento: accade che qualche bambino lo effettuerà il venerdì sera alla notizia del primo positivo, altri il sabato, altri la domenica, altri il lunedì mattina. Anche qui, facendo venir meno la sorveglianza simultanea e addirittura il controllo cinque giorni dopo.
Ognuno insomma “fa per sé”, si arrangia come può nella interpretazione di norme tanto semplici da scrivere quanto difficili da applicare. Situazione che viene confermata in questo articolo di Orizzonte Scuola, quotidiano on line tra i più seguiti in riferimento al mondo scolastico.
Insomma, un bel pasticciaccio all’italiana a due anni dall’inizio della pandemia che sta creando non pochi problemi a genitori e insegnanti. Alcune amministrazioni comunali, come quella di Grottammare – ma altre iniziative del genere arrivano dal Teramano – hanno provato a rimediare finanziando direttamente l’esecuzione dei per tamponi gratuiti alle famiglie degli alunni: “Ci siamo subito resi conto che questa nuova procedura sarebbe ingestibile per la sola Asur, impossibile somministrare tutti questi tamponi a tutte le classi interessate dai casi di positività” ha detto il sindaco di Grottammare Enrico Piergallini.