ANCONA – Per il caso di Antonio, 43 anni, marchigiano, tetraplegico da otto anni, che chiede l’accesso alla procedura di aiuto al suicidio assistito all’azienda sanitaria, è stata notificata al Comitato etico regionale delle Marche (Cerm) “la sentenza del Tribunale di Fermo” che ordina all’asl di verificare le quattro condizioni di accesso alla procedura stabilite dalla Corte costituzionale nella sentenza sul caso Cappato/DjFabo affinché l’aiuto al suicidio assistito non sia punibile penalmente.
Lo ha detto in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini rispondendo a un’interrogazione del Gruppo Pd. “La sentenza Corte Costituzionale deve essere applicata – ha detto Saltamartini – e la sentenza del tribunale Fermo che chiede al Comitato etico se sussistono le quattro condizioni per applicare la sentenza della Corte per l’aiuto al suicidio senza responsabilità penale è stata notificata al Comitato etico”. “Dall’assessorato – ha precisato – è stata data indicazione di sollecitare una risposta e di pervenire all’applicazione di questa sentenza”. Oggi, 9 febbraio 2022, ha ricordato Saltamartini: “è incardinato in Parlamento il ddl sul fine vita.
Vediamo se dopo la sentenza della Corte costituzionale, che non prevede l’obbligazione dell’Asur di somministrare la dose leale, ma stabilisca che in presenza di quattro condizioni il suicidio assistito non sia penalmente punibile, il Parlamento adotterà una legge che porterà a una disciplina su questa materia”.