Il dono della ‘farfalla’ alla femmina. Il tipico corteggiamento dei ‘gruccioni’, specie migratrice transahariana. E’ stato immortalato, a Spoltore (Pescara), dalla consigliera della Stazione Ornitologica Abruzzese Giulia Pace, che ha realizzato una magnifica sequenza fotografica.
“Ero nel giardino di casa quando ho sentito il tipico verso della specie con cui ogni individuo si tiene in contatto con gli altri membri del gruppo”, dice. “Una piccola nuvola di gruccioni è quindi comparsa e sono corsa a prendere la macchina fotografica riuscendo a riprendere questa scena, con il maschio che offre la preda, una farfalla, una Vanessa atalanta, specie di insetto anch’essa dai colori delle ali inconfondibili…L’invito della Stazione Ornitologica Abruzzese è quello di alzare gli occhi al cielo, perché la natura, anche in posti magari inaspettati, ci rivela d’improvviso la sua bellezza”.
Altri momenti della vita di questa inconfondibile specie sono raccontati dai video di un altro socio della Stazione Ornitologica Abruzzese, Sandro Barile.
Il gruccione è una specie migratrice transahariana, sverna in Africa a sud del deserto mentre nidifica in primavera-estate in Europa, dove arriva in aprile dopo un viaggio di circa cinquemila chilometri. Si nutre di api, vespe, calabroni, farfalle.
Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese, spiega: “E’ una specie in forte espansione in tutta Europa. In Abruzzo la prima colonia di 5-6 coppie fu individuata nel 1990 sui colli di Pescara. La specie non era considerata comune tanto che questa segnalazione fu oggetto di una pubblicazione su una rivista specializzata nazionale da parte di Massimo Pellegrini, attuale presidente della Soa, e Piercarlo Di Giambattista. Negli anni successivi la specie ha progressivamente occupato tanti siti in Abruzzo e oggi ci sono decine di colonie, soprattutto nelle aree collinari e nelle conche interne, tanto che spesso riceviamo chiamate da persone stupite di aver visto un uccello così colorato. Questa espansione è stata recentemente spiegata scientificamente collegandola ai cambiamenti climatici: è una delle specie favorite dall’aumento della temperatura media ed è quindi, paradossalmente, un “termometro” del riscaldamento globale”.