Si era nascosto in un sottoscala di una palazzina a Porto Sant’Elpidio ma non è riuscito a sfuggire alle ricerche dei Carabinieri. Svolta nelle indagini a meno di 24 ore dall’omicidio avvenuto ieri sera sul lungomare di Civitanova Marche. È in stato di fermo il 26enne tunisino Saidi Haitem, sospettato di aver accoltellato e ucciso il 30enne tunisino Rachid Amri, ieri sera sul lungomare sud “Piermanni” di Civitanova Marche (Macerata). L’uomo è stato condotto nella caserma dei Carabinieri di Civitanova. Sembra si tratti di un cugino di Rachid, ma non vi è ancora l’ufficialità in quanto sia la vittima sia l’aggressore risultano entrambi irregolari. Nel pomeriggio di oggi, alle 17.30 si è tenuta una conferenza stampa da parte delle forze dell’ordine che hanno illustrato i dettagli. “Su disposizione dell’autorità giudiziaria fermana – ha dichiarato il comandante Massimo Amicucci della Compagnia Carabinieri di Civitanova – il fermato sarà trasferito presso il carcere di Fermo in attesa dell’udienza di convalida che verrà fissata dal Gip. Il movente è probabilmente riconducibile al mondo dello spaccio di stupefacente, c’era un conflitto che si trascinava da diversi giorni, l’uno ha avuto la meglio sull’altro. Sono state effettuate diverse perquisizioni tra questa notte e questa mattina, anche presso il locale che risultava la sua ultima dimora, qui è stata rinvenuta droga attribuita a finalità di spaccio”. Gli agenti del Commissariato di polizia di Civitanova, che indagano insieme alla Squadra Mobile di Macerata e in collaborazione con la Compagnia Carabinieri di Civitanova, coordinati dalla pm Stefania Ciccioli, hanno trovato ieri sera un coltello da cucina – probabilmente l’arma del delitto – lasciato vicino a uno scivolo per bambini in un’area verde adibita a giochi, poco distante dal luogo dell’accoltellamento. Il coltello è stato sequestrato e verrà fatto analizzare. Dopo essere stato ferito, l’uomo sarebbe stato portato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino in auto, da un conoscente. Stando alle prime indagini eseguite dalle forze dell’ordine, la vittima era conosciuta nell’ambiente dello spaccio e non era regolare in Italia. Gli investigatori visioneranno le immagini riprese da telecamere di videosorveglianza presenti in zona alla ricerca di elementi utili a ricostruire i fatti.