Francesco è morto per una malformazione congenita. Il piccolo di 19 mesi era morto tra le braccia della mamma, durante il trasporto all’ospedale Mazzini di Teramo.
L’autopsia, eseguita in mattinata dalla anatomopatologa Gina Quaglione, ha confermato il sospetto che, di fatti, esclude qualsiasi responsabilità da parte di altri, genitori o soccorritori. Tutte persone che si sono spesi per oltre un’ora nel tentativo disperato di strapparlo alla morte dopo che si era sentito male.
Dopo essersi sentito male, il piccolo era andato in arresto cardiaco. I genitori avevano chiamato il 118 e il cosiddetto ‘rendez vous’ con l’automedica, era avvenuto alle porte di Teramo. Inutile le manovre di rianimazione.
Il bimbo aveva cominciato a lamentarsi nel tragitto con i genitori, in auto, mentre la coppia si recava ad una cena. La mamma nel tentativo di calmarlo lo aveva attaccato al seno, pensando che potesse ancora avere fame o che, in quel modo, potesse tranquillizzato. Tutto, però, è risultato vano. Finché non si è compreso che la situazione era gravissima.
“Una notizia che non avremmo mai voluto ricevere, una notizia che ha sconvolto la nostra comunità”, il cordoglio del sindaco di Cellino Attanasio. “Non riusciamo mai ad abituarci alla morte di un caro, impossibile farlo davanti a quella improvvisa di un piccolo bimbo. È troppo e la vita ci sembra solo ingiusta e cattiva”.